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Galuppi Keyboard Project

BALDASSARE GALUPPI

Baldassarre nacque in Laguna, sull’isola di Burano il 18 ottobre del 1706, da una famiglia di modeste origini.
Il padre, violinista, esercitava anche il mestiere di barbiere.
Dopo il tirocinio e la prima educazione musicale impartita dal padre, troviamo un rampante Baldassarre sedicenne precocemente sulle scene in veste di compositore, con La fede nell’incostanza: un fiasco colossale, ricordato con ironia anche dagli annali. Dopo il sonoro insuccesso il ragazzo corse ai ripari, e si rivolse nientemeno che a Benedetto Marcello per perfezionarsi: la leggenda racconta che il Patrizio costrinse il temerario fanciullo a smettere di proporre i suoi lavori in pubblico per ben tre anni, destinandolo allo studio severo del contrappunto, della polifonia e del clavicembalo. Galuppi fu quindi inviato da Marcello presso la scuola dell’austero e stimato Antonio Lotti, che ulteriormente seppe modellare lo stile del Buranello, lasciandolo infine libero di cercare lapropria fortuna. Fra il 1727 ed il 1729, in collaborazione con Giovanni Battista Pescetti, Baldassarre mette in scena alcuni melodrammi presso i più importanti teatri della Serenissima, fra cui Gli odii delusi dal sangue e La Dorinda, che costituirà il suo primo vero successo, destinato a protrarsi nel tempo e che culminerà nel 1740 nel conferimento di una prestigiosa carica, quella di Maestro di Musica presso l’Ospedale dei Mendicanti. La sua attività in quella posizione, che oltre all’insegnamento prevedeva la composizione di musica liturgica e oratori, fu talmente apprezzata da procurargli stipendi altissimi e fama internazionale. Nel 1741 arrivò addirittura la chiamata del King’s Theater in the Haymarket nella Londra di Haendel, dove Galuppi rimarrà per due anni in qualità di compositore di opere serie, ottenendo enormi successi con Penelope e Scipione in Cartagine, ma non mancando nemmeno di farsi conoscere in veste di cembalista virtuoso.

Al suo ritorno in Italia Galuppi inaugura un periodo di collaborazione con il Regio Ducal Teatro di Milano, a conferma che la sua reputazione internazionale sta raggiungendo livelli assai elevati. Nella Serenissima l’influsso

musicale della Scuola napoletana si fa prepotentemente strada, soprattutto nel campo dell’opera buffa. Non a caso in questo periodo Galuppi si applica al genere con costanza, inaugurando nel 1749 un sodalizio artistico di capitale importanza nello sviluppo della storia della musica, quello con Carlo Goldoni; la collaborazione prende piede con L’Arcadia in Brenta e termina, dopo una serie di strepitosi successi, nel 1766 con La cameriera spiritosa.

Nel frattempo Galuppi non smette di produrre oratorii, messe, mottetti e musica strumentale, ed è proprio grazie a queste credenziali che la sua città lo eleva dapprima ai gradi di vice-maestro della Cappella Ducale (1748) e Maestro di Cappella di San Marco (1762), la posizione di maggior prestigio nella vita musicale veneziana, già di Claudio Monteverdi nel Seicento.

Non è quindi dovuta esclusivamente alla fama acquisita con le opere buffe la chiamata presso Caterina di Russia (1765): il Buranello viene infatti ingaggiato dalla Zarina con funzioni che riguardano la riorganizzazione della Cappella reale e di tutta la musica di corte a Mosca e a San Pietroburgo. Galuppi fa ritorno a Venezia nel 1768, famoso, ricco e carico di doni; si inaugura una nuova fase della sua parabola estetica, segnata da un graduale abbandono dell’opera a cui vengono preferite la musica sacra, l’oratorio e le composizioni per tastiera, che godranno di enorme fortuna a Venezia, come dimostrano le centinaia di copie e raccolte manoscritte tutt’oggi conservate nei fondi bibliotecari e nelle collezioni private in Laguna. Nonostante l’età ormai avanzata, nel 1768 il Buranello riprende le sue funzioni a San Marco, ed accetta oltretutto il nuovo incarico di Maestro del Coro presso l’Ospedale degli Incurabili.

Negli anni che precedono la morte Galuppi è considerato fra i musicisti più famosi e ricchi di tutta Europa, e intrattiene rapporti cordiali con colleghi del calibro di Johann Adolf Hasse, C. P. E. Bach e Antonio Salieri: Burney, che gli rende visita a Venezia e ne descrive il carattere aperto, solare e signorile lo considera il più grande dei suoi tempi. Si spegnerà il 3 gennaio del 1785, alla ragguardevole età di settantanove anni, ammirato e salutato da una folla immensa che lo scorterà alla sepoltura solenne in San Vidal.

LE SONATE PER TASTIERA

Le sonate di Galuppi (come dimostrano gli studi americani più recenti di D.E. Pullmann e R. J. Holmes, per tacere del contributo paziente ed amorevole di Franco Rossi) attraversano un arco temporale vastissimo, una cinquantina d’anni che passano dallo stile severo del primo trentennio del Settecento alle soglie della tempesta romantica, con un linguaggio che dall’adesione al contrappunto osservato giunge a composizioni in cui il puro divertissement da salotto cede il passo, talora inaspettatamente, a toni cupi ed introversi, degni di incarnare le temperie e le suggestioni preromantiche a cui il compositore certamente non fu estraneo, avendo avuto modo di sollecitare la propria sensibilità nel corso dei lunghi viaggi a Vienna, Berlino, Milano, Londra, Mosca e San Pietroburgo. L’ascolto delle pagine per tastiera di Galuppi riserva moltissime sorprese: la prima, e la più eclatante, riguarda l’ispirazione del musicista, capace di produrre melodie d’una dolcezza inaudita, velate tuttavia da un senso di melancolia capace di trasformarsi inaspettatamente in turbamento dell’animo. I movimenti lenti, posti spesso in apertura di sonata (ma non mancano esempi di brani composti da un unico tempo lento) si caratterizzano generalmente per la cantabilità, quindi per la volontà comunicativa. Non di rado capita, all’ascolto, di rammentare similitudini con arie d’opera. Nei tempi rapidi domina quasi sempre un virtuosismo, espressivo e mai smaccatamente esteriore, sostenuto da una maestria tecnica che denota una salda conoscenza contrappuntistica.

L’ascoltatore avveduto ma anche il neofita curioso apprezzeranno la varietà e perfino lo scarto estetico fra pagine di sapore arcaico, in cui l’esperienza scarlattiana e bachiana appare evidente, a partiture che già lasciano intravedere il nascente fermento romantico, nella speranza di poter offrire nuove visioni prospettiche su un compositore del passato le cui – giustamente – celebri opere comiche rappresentano solo la classica “punta dell’iceberg”.

GALUPPI KEYBOARD PROJECT

Il maestro ha composto un vastissimo numero di sonate per tastiera generalmente di notevole livello compositivo (più di cento), quasi del tutto inedite e fino a pochissimi anni or sono prive di un catalogo sistematico ed esaustivo. Ecco che un’edizione complessiva delle sonate per tastiera che oggi si inaugura con l’etichetta Fluente Records, rappresenta un’impresa del tutto nuova che si impegna a fornire non pochi elementi per comprendere il vero volto di Galuppi, 0vvero quello di un musicista cosmopolita, aperto ad ogni declinazione della sua arte e attento alla cultura europea, vissuta da protagonista, onorato dai sovrani di mezzo mondo ed amato dal suo pubblico. Ben poco onorato invece dall’editoria, il voluminoso lascito di Galuppi è oggi disperso sotto forma manoscritta in centinaia di biblioteche del Globo, generalmente abbastanza accessibile ma in ogni caso non immediatamente fruibile per le esecuzioni e per la divulgazione. Questo elemento spiega sostanzialmente il totale oblio storico della quasi totalità della sua produzione.

La collana inizia con la Sonata in Do maggiore come omaggio al grande e inarrivabile Maestro Arturo Benedetti Michelangeli, che la rese famosa, non certo con la pretesa di eguagliarlo, ma apportando alcune modifiche che anni di studi sulla prassi esecutiva hanno portato alla luce.
Baldassare Galuppi si colloca nel pieno settecento e le sue sonate (la cui la struttura è generalmente in tre movimenti, ognuno diviso in due parti col ritornello) rappresentano l’anello di congiunzione tra l’epoca di Scarlatti e Mozart.

In quel secolo gli strumenti a tastiera utilizzati erano il clavicembalo, il clavicordo e l’organo, ma contemporaneamente ci fu anche la nascita del pianoforte, che si sviluppò durante tutto il settecento e oltre. Non si può attribuire quindi con precisione a quale strumento fossero destinate queste composizioni.

Per questo motivo “Galuppi Keyboard Project”, la collana dedicata alle sonate per tastiera di Galuppi ideata da Fluente Records, vedrà la partecipazione di diversi musicisti al pianoforte, clavicembalo e organo. I dischi saranno impreziositi da immagini della Venezia “contemporanea” e da notizie storiche riguardanti la vita del maestro veneziano e il suo mondo.

Una proposta nuova e accattivante per dar luce a questo grande compositore che nel ‘700 conquistò un posto di rilievo a Venezia e successivamente divenne famoso in tutto il mondo.

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GALUPPI KEYBOARD SONATA

Il primo album con 12 sonate eseguite al pianoforte da Michele Fontana è disponibile in formato digitale e fisico in tutti i migliori negozi di dischi!

Ha ricevuto la prestigiosa nomination all’ICMA (International Classical Music Awards) come uno dei migliori album del 2023.

Comprende 12 sonate in 2CD tratte dal manoscritto Torrefranca del Conservatorio di Venezia, tra cui anche la famosa Sonata in Do Maggiore eseguita dal grande M° Arturo Benedetti Michelangeli.

Non perderti queste bellissime sonate eseguite su un pianoforte Grancoda KAWAI EX dalla sonorità davvero unica.

© 2020 - Michele Fontana